Il design Inglese possiede in sé delle peculiarità che lo rendono unico, da sempre trasgressivo ed in continua evoluzione testimone della voglia di esplorazione oltre il consueto “ think out the box”.
La sua miglior qualità? La capacità, manifestata dai suoi attori principali, di trasformare le materie prime usando la tecnologia, la scienza e la fantasia, con un unico fine ovvero sorprendere ed emozionare creare nuove espressioni estetiche
È bene considerare come le influenze culturali di tutto il mondo derivanti da essere un Impero hanno trovato casa nella Grande Isola, creando uno stile cosmopolita che convive con la tradizione vittoriana.
Edward Barber e Jay Osgerby
Edward Barber e Jay Osgerby hanno fondato il loro omonimo studio nel 1996 dopo essersi laureati in architettura al Royal College of Art di Londra.
Conosciuti per gli studi sul colore, con i tavoli Iris in edizione limitata, Barber e Osgerby hanno sviluppato una nuova direzione, usando la palette cromatica come punto di partenza per il lavoro.
Il 2010 ha visto la creazione di un’installazione sperimentale per Sony al Salone Internazionale del Mobile di Milano. Attraverso una serie di oggetti concettuali che hanno sfruttato le nuove tecnologie audio del brand giapponese, al fine di ottimizzare al meglio l’elettronica negli interni domestici contemporanei.
Un’altra ricerca, questa volta sull’arredamento scolastico e su come il movimento dinamico di una sedia possa aiutare la concentrazione, ha portato allo sviluppo della sedia Tip Ton, inclinabile in avanti, lanciata con Vitra nel 2011. Lo stesso anno, Barber e Osgerby sono stati nominati per progettare la torcia olimpica di Londra 2012.
Il talento della coppia non è passato inosservato a Giulio Cappellini, per il quale realizzano 2 tavoli, lo scrittoio Loop, in legno di betulla curvato, ed il tavolino Mini Bottle in ceramica lavorata a mano.
Il loro lavoro è esposto in collezioni permanenti in tutto il mondo, incluso il V&A Museum di Londra; Metropolitan Museum of Art di New York; Il Design Museum di Londra; e l’Art Institute di Chicago
Tom Dixon
Ha trascorso i suoi primi quattro anni in Nord Africa – Tunisia, Marocco, Egitto e Suez – per trasferirsi successivamente a Huddersfield (nel nord dell’Inghilterra). Il passaggio è stato un vero shock culturale. A scuola c’era un grande dipartimento d’arte. È lì che racconta si sia rifugiato.
“La ceramica ha fornito il mio primo incontro con la trasformazione dalla natura al design, senza che me ne rendessi conto. Da qualche parte in quel paio di anni di gioco con l’argilla, ho avuto l’idea che si può trasformare i materiali in qualcosa di più prezioso. È ancora quello che faccio.”
Dopo diverse collaborazioni con Cappellini, per il quale ha disegnato prodotti entrati nella storia come la Pylon Chair, la Bird e la S-Chair, il capitolo più recente della storia di Tom Dixon nel mondo del design è iniziato nel 2002, quando ha lasciato il proprio lavoro in ambito aziendale per fondare il proprio marchio, una piattaforma per una serie di avventure di esplorazione del design dei prodotti e degli interni. La Wingback chair definisce perfettamente il suo linguaggio “British”, legando la tradizione vittoriana con l’estetica contemporanea. Tom sa sorprendere ed emozionare, e l’idea che sta dietro la Melt è vincente. Si tratta di corpi illuminanti con un diffusore in policarbonato lucido dalla forma organica che richiama le lampade in vetro soffiato. Una volta accesa, la luce altera l’aspetto rendendola trasparente.
A distanza di 15 anni, Tom Dixon è una forza riconosciuta a livello globale nel campo dell’interior design e vanta hub a New York, Hong Kong, Londra, Milano, Los Angeles e Tokyo. I 600 prodotti della collezione spaziano fra illuminazione e arredo, oggetti per la tavola e fragranze. Distribuiti in 65 paesi, si riconoscono immediatamente per le qualità scultoree e la materialità lavorata.
Ross lovegrove
Ross lovegrove è un designer visionario attento agli stimoli dei cambiamenti nella fisicità del nostro mondo, con una lettura in chiave tridimensionale.
Ispirato alla logica e alla bellezza della natura, il suo design possiede una particolare sensibilità per la tecnologia, scienza dei materiali e forma organica intelligente, creando quella che molti leader industriali vedono come la nuova espressione estetica per il XXI secolo. C’è sempre un approccio profondamente umano e pieno di risorse nei suoi disegni, che proiettano un ottimismo e vitalità innovativa in tutto ciò che rappresenta, dalle macchine fotografiche ai treni, aviazione ed architettura.
Nato nel 1958 a Cardiff, Galles. Laureato presso il Politecnico di Manchester con disegno industriale di prima classe nel 1980. Master in Design del Royal College of Art di Londra nel 1983.
Per Artemide progetta diversi corpi illuminanti dalle forti accezioni organiche, come la Chlorophilia e la Mercury.
Vincitore di numerosi premi internazionali il suo lavoro è stato ampiamente pubblicato ed esposto a livello internazionale tra cui il Museo di Arte Moderna di New York, il Guggenheim Museum NY, Axis Centre Japan, Pompidou Centre, e il Design Museum di Londra, quando nel 1993 ha curato la prima collezione permanente.
Jasper Morrison
nato a Londra 1959 – ha studiato al Kingston Polytecnic, al Royal college of art di Londra e alla Hochschule der bildenden Künste di Berlino. Fra i principali esponenti del design britannico, è stato il sostenitore di una nuova semplicità nella concezione degli oggetti, connotati da assoluta essenzialità.
La sua opera, per asciuttezza di linguaggio, è stata associata alle esperienze della minimal art degli anni Sessanta e Settanta. Emblematici sono i progetti della sedia Ply Chair, in sottili elementi di legno a sezione quadrata, disegnata nel 1988 per Vitra, e del sistema di contenitori Universal System per Cappellini del 1989, in cui il disegno del foro che funge da maniglia rappresenta l’unica licenza decorativa in una volumetria complessivamente squadrata.
Autore, nel 1992, del libro “World without words”, ha anche progettato gli allestimenti di importanti mostre quali Documenta 8 di Kassel (1987), Design Werkstadt di Berlino (1988). Per i suoi progetti ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Bundespreis für Produktdesign (1992), il Compasso d’oro (1996), il Design Plus (1996) e il Prix d’excellence (1996).
Nel 1986 ha aperto a Londra lo studio Office for Design, mentre nel 1989 ha fondato lo studio di progettazione senza sede fissa Utilism International. Nel 1992, con James Irvine, ha organizzato il Progetto oggetto per Cappellini, una mostra sull’interazione tra design e cinema. Consulente della società dei trasporti pubblici di Hannover, nel 1997 ha disegnato per essa il nuovo tram per l’Expo 2000, premiato con l’IF transportation prize e con l’Ecology Award.
Per Alias ha progettato l’Atlas Stool e la seduta Tagliatelle, una citazione ed evoluzione della celebre Spaghetti di Giandomenico Belotti
Luke Pearson and Tom Lloyd
Luke Pearson and Tom Lloyd hanno fondato la PearsonLloyd nel 1997 e da allora hanno portato a termine una grande moltitudine di progetti. Lo studio ha creato un approccio di lavoro “investigativo” basato su ricerche, in grado di coniugare in modo equilibrato le creazioni, l’efficienza, le esigenze dell’utente in rapporto all’ergonomia. Fra i riconoscimenti ottenuti il Gold DBA Design Effectiveness, e l’onorificenza di Royal Designers of Industry.
“L’interazione tra persone, prodotto e luogo – e come il prodotto o il sistema può influenzare il nostro comportamento – è alla base della nostra pratica.
Riteniamo che il design debba soddisfare l’esperienza condivisa tanto quanto quella dell’individuo. Cerchiamo di identificare e rispondere ai mutevoli schemi di comportamento nella nostra vita contemporanea”
Nel 2011 progettano per Alias il sistema di sedute imbottite Eleven, a cui seguono i tavolini (2012) e la versione high back, con schienale alto (2015) come naturale completamento.
Il lavoro con l’azienda bergamasca legato agli ambienti di lavoro si completa con le eleganti sedute della famiglia Slim, caratterizzate da linee morbide e sottili.
Vivono e lavorano a Londra.