Il Giappone e il Design: Il design Giapponese è fortemente legato alla religione scintoista, da dove trae i valori estetici orientali di natura, essenzialità, armonia ed eleganza.
Dall’architettura dei templi buddisti emerge invece il tema della leggerezza, della dimensione ridotta, della ripetizione degli elementi modulari. Gli stessi principi sono stati seme per lo sviluppo dell’architettura organica di Frank Lloyd Wright, dopo il suo viaggio in Giappone. Negli anni ottanta, con l’affermarsi dello sviluppo tecnologico, anche la componente high tech si è fatta strade nel linguaggio progettuale del Sol Levante.
TOSHIYUKI KITA
Classe 1942, è uno dei designer nipponici più celebri, con studio ad Osaka, Milano e Guangzhhou, in Cina.
I suoi prodotti sono esposti al Moma di New York ed è vincitore del prestigioso Compasso d’Oro alla carriera, nel 2011.
I suoi lavori sono molto riconoscibili, eclettici e colorati, primo tra tutti la Wink del 1980 per Cassina. Si tratta di una poltrona multifunzionale, dall’aspetto giocoso, dove è possibile regolare la postura mediante manopole laterali, fino a diventare una sorta di letto. Ha lavorato tantissimo con l’azienda brianzola, disegnando la Dodo, immaginata come evoluzione tecnologica e stilistica della Wink, e le Aki, Biki e Canta. Un trio di poltrone imbottite accomunate da una seduta comune, ma con schienali dalle forme differenti, per poter assolvere alle diverse esigenze o ritrovarsi insieme in uno stesso ambiente, con stile e colore.
NAOTO FUKASAWA
“M’interessa l’essere umano, la relazione fra l’uomo, gli oggetti e l’ambiente”
Naoto Fukasawa ha lavorato per diversi celebri brand del design e tecnologici mondiali, dal cucchiaio all’automobile, passando per i corpi illuminanti, agli elettrodomestici, ai cellulari.
“Il prodotto dovrebbe essere un semplice progresso per gli individui. Il mio obiettivo e scopo è far sì che le persone che utilizzano i miei prodotti abbiano la vita semplificata, felice in modo naturale”
Tra i suoi progetti, il lettore cd da parete per Muji, la collezione di cellulari per au/KDDI e la lampada Demetra di Artemide, un disco puro in alluminio verniciato dallo stile essenziale ed elegante.
Per Danese ha progettato le lampade ellissoidali in vetro opalino Itka e gli appendi abiti Bincan.
“Il mio obiettivo è creare qualcosa che faccia del bene”
Naoto Fukasawa ha avuto oltre cinquanta riconoscimenti, fra i quali l’IDEA Gold Award statunitense, il Gold Award tedesco, il D&AD Gold Award britannico, ed il Mainichi Design Award in occasione del quinto Oribe Award.
NENDO
Nonostante sia stato fondato solo nel 2002, Nendo è il più influente e richiesto studio giapponese a livello mondiale, ed accoglie architetti e designer sotto la guida dell’architetto Oki Sato. “Nendo” in giapponese significa “creta”, e fa riferimento alla duttilità della materia, da plasmare e modellare per arrivare a soluzioni stilistiche sorprendenti.
“Giving people a small ” ! ” moment.
There are so many small ” ! ” moments hidden in our everyday”
Il suo talento è ambito da moltissimi brand di design. La purezza delle linee, il gesto organico, il lavoro sulle geometrie sono identificativi del suo stile. Ricordiamo l’intensa collaborazione con Cappellini per la quale ha disegnato tantissimi prodotti iconici come l’insolito tavolino Tent, il poetico appendiabiti Koeda, il doppio tavolo basso intrecciato Tangle Table, l’essenziale contenitore Drop ma soprattutto la famiglia di imbottiti ed accessori Peg dove la struttura in legno massello si incastra e fuoriesce dalle morbide forme organiche.
Per Alias ha realizzato il sistema di imbottiti Okome, i tavolini con ciotola integrata Flow e la poltroncina Twig in legno e metallo, dove il vuoto gioca un ruolo stilistico importante.
Per Kartell la libreria free standing Sundial e la collezione di dondoli per bambini H-Horse, nata dal gesto grafico di scomporre una trave a doppio “T” trasparente.
KAZUHIDE TAKAHAMA
Iconico architetto e designer giapponese di nascita ma italiano di adozione. Nato ad Nobeoka nel 1930 e morto a Bologna nel 2010 all’età di 90 anni, Kazuhide Takahama deve l’esplosione del suo estro creativo all’incontro in Italia con Dino Gavina, che lo introduce nel mondo del design milanese degli anni sessanta, ricco di scambi culturali con i più attivi designer nostrani del tempo. Gravina lo accoglie nell’azienda Simon, successivamente assorbita da Cassina, dove si ritrova a collaborare con Carlo Scarpa.
Tra i suoi progetti più rappresentativi le lampade con intelaiatura in tondini metallici e rivestite da tessuto bianco, o le sedie Tulu e Gaja dove la parte imbottita sembra quasi sospesa, grazie ad un’esile struttura in acciaio.
Altro mobile iconico, ancora oggi elemento di punta di Cassina, è il Bramante, una consolle contenitore dalla forma a prisma irregolare laccato lucido, con preziose maniglie in ottone.
TOKUJIN YOSHIOKA
Allievo di Shiro Kuramata e Issey Miyake, ne assorbe i concetti per formulare uno stile personale, che ha come tema la natura. I sensi dell’uomo devono essere stimolati dagli elementi che ci circondano, come la luce, il suono, i profumi.
La trasparenza è un tema che lo ha sempre affascinato, realizzando delle istallazioni stupefacenti e suggestive come il Crystallized Project nel 2008 dove il cristallo si fonde con la musica o la Rainbow Church costituita da 500 prismi di cristallo.
La maggior espressione della sua visione la concretizza con Kartell, per la quale realizza diversi oggetti legati al tema della trasparenza, come l’Invisible Table, lo sgabello Sparkle e la lampada Planet.
Inoltre è ricordato per l’allestimento durante la Milano Design Week del 2010 all’interno del Flagship Kartell, dove ha inondato lo spazio di sottilissimi cilindri in policarbonato, come cristalli di ghiaccio.