La Svizzera e il Design: La corrente del design svizzero è fortemente influenzata prima dalla presenza di Le Corbusier, successivamente dai seguaci del Bauhaus e dall’artista architetto Max Bill. Per la sua favorevole posizione geografica al centro dell’Europa, la Svizzera assorbe le contaminazioni stilistiche soprattutto di Francia, Italia e Germania. Nasce così lo “Swiss Style”, rigoroso ed elegante, che abbraccia diversi campi della progettazione, nelle arti visive in generale, già a partire dal carattere Helvetica, principali font utilizzato fin dalla sua creazione nel 1956.
Mario Botta
Allievo di Carlo Scarpa, Le Corbusier e di Louis Kahn, l’architetto svizzero si dedicò al design soltanto negli anni ’80.
La Seconda e la Quinta di Alias, oggi esposte al MoMA di New York, sono un esempio dell’effimero stile Matt-Black. L’atteggiamento compositivo e formale è lo stesso utilizzato per le sue architetture, con richiami alla della geometria architettonica e la predilezione per il cerchio e le sue curve.
La struttura delle sedute è in acciaio verniciato ed il linguaggio riecheggia le costruzioni high tech.
«Costruire è di per sé un atto sacro, è un’azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura; la storia dell’architettura è la storia di queste trasformazioni. Il che spinge l’uomo a confrontarsi con la dimensione dell’infinito è una necessità primordiale nella ricerca della bellezza che sempre ha accompagnato l’uomo nella costruzione del proprio spazio di vita»
La lampada da tavolo Shogun di Artemide rappresenta perfettamente la filosofia bottiana, con il suo corpo a bande bianco-nere, ed un diffusore metallico realizzato da una lamiera forata squadrata ed un’altra semi circolare in sormonto, orientabile.
Alberto Häberli
Häberli è un argentino di nascita, ma svizzero di adozione, da sempre vive a Zurigo. Gestisce un atelier di proprietà ed, in parallelo, lavora con diverse prestigiose aziende italiane, come Alias. Nonostante tutto, molto del suo lavoro è fortemente influenzato dalla sua infanzia in Argentina. La profonda conoscenza dei materiali lo porta a lavorare con la leggerezza e le forme ultra sottili, estremizzando al massimo le loro caratteristiche meccaniche. Collabora costantemente con BMW e nel 2014 riceve il prestigioso Swiss Grand Prix of Design dall’Ufficio Federale della Cultura Svizzera.
Nel 1997 progetta per Alias il sistema contenitore ad elementi componibili SEC, prodotto versatile che con gli anni si è arricchito di nuove varianti ed upgrades.
Sempre per l’azienda bergamasca progetta la riconoscibile famiglia di sedute Segesta/Selinunte, ma soprattutto il Legnoletto, un innovativo letto con i pianali in legno modulari, che permettono differenti configurazioni di testiera e pediera.
La collaborazione con Alias continua. A dare ulteriore lustro è uno dei suoi ultimi progetti, la poltrona Time, per la quale ha ricevuto nel 2019 l’Archiproducts Design Award, per la sperimentazione nello sviluppo del prodotto, ricerca ed innovazione, abilità di combinare estetica e funzionalità, con un uso intelligente e creativo di materiali e forme. Un unico, sottilissimo foglio che, ritagliato e ripiegato ad arte, riesce a creare un guscio per una seduta sorprendentemente ergonomica.
Atelier oï
“Gli incontri e le esperienze di vita nutrono il savoir-faire del nostro atelier”
Fondato in Svizzera a La Neuveville nel 1991 da Aurel Aebi, Armand Louis e Patrick Raymond, l’Atelier Oï è uno studio di progettazione che spazia dall’architettura, al design, alla scenografia.
Proprio per questo il loro linguaggio è fresco, giovane, e soprattutto trasversale. C’è una grande voglia di sperimentare e di dare risposte innovative ai temi della progettazione. All’Atelier Oï, l’idea di multidisciplinarietà è indicata dalla parola “atelier”, un luogo di creazione, conoscenza intellettuale insieme a know-how manuale.
Con Louis Vuitton hanno realizzato due prodotti per la linea Objets Nomade, un’amaca con l’intrecciato in cuoio ed una borsa che, aperta con una mano, diventa uno sgabello.
Per Artemide e Danese hanno disegnato la Decomposè e Les-Danseuses, una sorta di gonna traforata sospesa che volteggia su se stessa, come una ballerina di tango.
L’elemento stupore è sempre presente, nel divano “E La Nave Va” di Alias lo schienale che accoglie i cuscinoni imbottiti è realizzato da un sistema di doghe a vista, ispirato alla struttura degli scafi nautici in legno, realizzato con raggi di curvatura sempre differente.
Herzog & De Meuron
Per l’importanza e l’influenza delle opere, Herzog & de Meuron sono al giorno d’oggi annoverati tra i principali studi di architettura del mondo. lo studio è stato fondato nel 1978 a Basilea dagli architetti svizzeri Jacques Herzog e Pierre de Meuron. Tra i molti riconoscimenti a livello internazionale, spicca il Pritzker Price nel 2001, la RIBA Royal Gold Medal e il Praemium Imperiale in Giappone (2007). Tema centrale in tutti i loro progetti è l’involucro esterno degli edifici, la “pelle” diventa l’elemento innovativo e caratterizzante, ed entra in stretto rapporto con gli ambienti interni.
Questo atteggiamento progettuale viene applicato anche nel pensare i corpi illuminanti richiesti da Artemide. Un primo approccio è dato dalla lampada flessibile ed orientabile Pipe. Il corpo lampada è una singola struttura in tubolare d’acciaio, composta da una parte inferiore rigida e una parte superiore regolabile morbida. Lo stelo è coperto da una guaina in silicone e termina con una forma conica del diffusore. Premiata con il Compasso d’Oro nel 2004.
Nel 2017 propongono la Unterlinden, una lampada a sospensione realizzata con una pressofusione di alluminio o bronzo e caratterizzata da striature tridimensionali sulla superficie. Dato il successo commerciale, è entrata in produzione anche la versione da tavolo.